Capoterra "vuole" la Processione

Il Centro Storico si trova a soli tre chilometri dalla strada vicina al mare: pochi per la fede degli abitanti.

La Processione dello Scioglimento del Voto, lo sfiora, entrando solo in un piccolo appezzamento di terreno nella frazione di Su Loi, a mare: la statua di Sant'Efisio vi si ferma per le rituali benedizioni, per il tributo dei fedeli, tanti ed attaccati alla tradizioni. È capitato a volte che la processione per lo Scioglimento, nel suo percorso verso Nora e ritorno, arrivi direttamente nel Centro Storico di Capoterra, facendo oltremodo felici i fedeli, che sognano da sempre un ampliamento del percorso "istituzionale”.

La distanza tra la statale ed il paese non è molta, tre chilometri, e la fede li rende anche più corti, una fede che ha portato a costruire anche qui, quattro secoli fa, addirittura una chiesa intitolata al Santo della Sardegna. A Capoterra si viveva al tempo la stessa tribolazione di Cagliari, con la peste che imperava tra la popolazione, e che era la connotazione terribile, di quelle comunità, la più rilevante, rimasta impressa tra paesi e città della costa sud dell'Isola.

L'edificio sacro di Capoterra aveva anch'esso la funzione di ingraziare il Santo per la sconfitta della terribile epidemia, e poi di ringraziamento quando la peste, improvvisamente regredì, scomparendo. E non importa se la chiesa fosse piccola e disadorna: gli abitanti della comunità la utilizzarono per almeno due secoli con convinzione e speranza. In realtà era stata ricavata da un pezzo della casa baronale del nobile don Girolamo Torrellas, barone di Capoterra, che aveva anche fondato il paese, ma che nel 1838, la rivolle indietro, dopo discussioni antipatiche che lasciarono strascichi anche nelle delibere del Consiglio Comunale. Quel comportamento, insieme ad una decisione degli uffici sanitari provinciali, decretarono l'abbandono della chiesa baronale. Il paese era tutto fuorché ricco e gli abitanti ci misero del tempo per trovare i soldi per il nuovo stabile: le offerte e donazioni continuarono sino a che non si riuscì, dopo molte traversie a coprire la nuova costruzione. Il nome di sant'Efisio rimase comunque nella porta principale, per il ricordo di cotanta grazia divina.

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