Il luogo della tortura di sant'Efisio

Vicino alla chiesa di Sant'Efisio nel quartiere Stampace di Cagliari si trova una ripida scalinata che porta all'ipogeo del Santo di Sardegna.

Forse era una cisterna oppure una cava. O sempre, ipotesi, sia chiaro, una sorta di catacomba per l'adorazione della Dea Iside. Chissà! Fatto sta che l'ipogeo cagliaritano dove la leggenda, e la fede, ed anche un pizzico di storia, ritiene che sia stato torturato sant'Efisio è di grande suggestione. Ne fa parte anche la decorazione di "azulejos", marmi decorati, marmi valenzani del Seicento, epoca in cui "partì" il culto per il Santo della Sardegna. La suggestione si spinge anche alla colonna che si trova nella grotta, dove si dice che l'ufficiale romano sia stato legato e frustato per indurlo a rinnegare la sua nuova fede.

Una conversione che avrebbe avuto vita facile nel suo manipolo, per il fatto che anche un suo sottoposto, tale Edizio, sembra sia stato passato per le armi per aver aderito al cristianesimo. Ed il corpo trovato in quell'ipogeo, sotto la chiesa di Sant'Efisio del quartiere Stampace di Cagliari, dopo la prospezione effettuata sempre nel Seicento, è stato attribuito al militare, ritrovamento "autenticato" anche da una lapide: non è chiaro perché non abbia percorso anch'esso una strada verso la santità, ma è stato comunque "associato" a sant'Efisio. Tra l'altro il manto protettivo del Santo si estese sopra i cagliaritani durante i bombardamenti cui venne sottoposta la città nell'ultima guerra mondiale: nella grotta venne istituito un rifugio antiaereo che non venne mai colpito. Ma anche questa potrebbe essere solo suggestione.


Nella foto: veduta del quartiere Stampace e del porto di Cagliari (Costa Sud Sardegna).

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