Le chiese intitolate
a Sant’Efisio, si sa, sono davvero molte, ma quello che colpisce è la
particolarità della chiesa originaria,
situata a Stampace, uno dei quattro
storici quartieri di Cagliari.
Dopo averne potuto apprezzare l’estetica nel suo insieme, è bene
addentrarsi in una descrizione più precisa, che sappia mettere in risalto come
questo edificio sacro originario
sia, nel tempo, risultato troppo esiguo per ospitare la mole di fedeli che nel
tempo iniziarono ad affollarne l’altare per pregare il Santo, ma che ancora
oggi è un tempio di fede e credenza uniche nel suo genere.
L’edificio sacro si presenta con la sua forma barocca, non particolarmente evidente da fuori ma assai
apprezzabile nel suo interno: la chiesa
di Sant'Efisio, a Stampace, rimanda, infatti, a tutta la bellezza e la
suggestione della fede e della tradizione cagliaritane, che lo stile barocco
contribuisce ad esaltare come non mai.
Non viene lasciato intuire da alcun elemento che in
precedenza vi fossero due costruzioni importanti, religiose, una del Duecento e
l’altra del Cinquecento, che ogni volta vennero considerate piccole ed inadatte
a contenere i fedeli in devozione sulla strada del Santo. La chiesa è semplice, a navata unica con delle cappelline laterali, in
una delle quali fa la sua figura il Simulacro del Santo: da lì parte per la
solenne cerimonia dello scioglimento del Voto ogni primo maggio.
Piena di significati è la cripta della chiesa di Stampace, dove il Santo venne imprigionato e
torturato dai suoi carnefici, prima della morte a Nora. Il simbolismo, la suggestione, l’emozione e l’aura di santità nella cripta
sono davvero forti, specie se ci si sofferma vicino alla colonna di marmo
che si dice essere stata quella in cui il corpo del Santo, ancora in vita,
venne straziato dalle torture di chi non credeva alla fermezza della sua fede.
L’anello in cui, sempre secondo la tradizione, venne legato il Santo è lucente,
perché i fedeli lo vogliono toccare ed anche per la grande fede che accompagna
Sant’Efisio in ogni sua espressione.
Scendere i nove metri della cripta e poi risalire nella
chiesa ed infine nella piazza è come
fare un viaggio di secoli, possibile se spinti dalla fede e dalla speranza
che solo personalità come Sant’Efisio possono infondere. Seppur, nel tempo, è
risultata essere troppo piccola per accogliere i fedeli, oggi la chiesa è un emblema della devozione popolare che sopravvive ai
secoli.
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