A Stampace, nella 'casa' di Sant'Efisio

Una chiesa semplice, fatta per raccogliere la fede, insieme al folclore, di tanta parte della Sardegna che ha trovato nel Santo il protettore dei momenti difficili.

Accade nella tradizione cattolica: un santo, a volte, sembra quasi «moltiplicarsi», avere un po' il dono dell'ubiquità. Sono le statue, le effigi, le processioni, le forme devozionali, che a volte, sembrano trasportare il un santo al di là di spazi e luoghi. Sant'Efisio, con le sue tre statue, sembra invece presidiare il «suo» territorio da intromissioni. Pacifiche, si intende, perché il patrono di Cagliari era l'essenza della tolleranza e della bontà, mai però della remissività: quando era il caso sapeva anche combattere o venire in aiuto a chi combatteva.

La sua chiesa, si potrebbe dire la sua casa, si trova a Stampace, in mezzo ad un quartiere, in una zona che aveva visto già la costruzione di una chiesa medievale, dove la tradizione ha collocato la prigione del Santo e che oggi è dispensatrice dell'Indulgenza Plenaria per chi vi si rechi, secondo le disposizioni, il quindici gennaio, il giorno della morte di Sant'Efisio. La chiesa ospita la statua, venerata dai cagliaritani e non solo, nella penombra classica dei luoghi di culto: il Primo maggio di ogni anni viene portata fuori, al sole, al vento ed alla pioggia, per ringraziare pubblicamente, dopo secoli, la sua intercessione nel far finire la Peste Nera, che aveva decimato la popolazione. Quella del Santo è una chiesa semplice nel suo genere, con fregi ornamentali su una facciata color ocra, che mai si immaginerebbe custodisca il «motore» religioso, ed anche folcloristico, della città più importante della Sardegna.

C'è poi la cripta, al di sotto della chiesa, dove il Santo venne incarcerato: e l'ambiente è quello classico delle segrete dei secoli che furono, senza luce, opprimente solo a vedersi, basso ed umido. Solo qualche metro quadrato, da dove si arriva da una scalinata ripida, e che dà in anticipo le sensazioni del luogo. Ora è illuminata in modo perfetto, sì da dare anche un senso al raccoglimento dei fedeli, ma doveva essere proprio un orrido antro, imbestialito anche dalla colonna, dove la fede popolare pone il martirio del Santo: l'anello che è stato infisso sulla colonna di marmo si crede che sia proprio quello su cui è stato legato sant'Efisio.


Nella foto: facciata della chiesa di Sant'Efisio a Stampace. Cagliari, Sardegna. Da www.sardegnacultura.it.

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