Il significato di un Voto Perpetuo

La peste barocca fu terribile. Per la Sardegna ed in special modo per Cagliari, che da allora ripete ogni anno il voto perpetuo al Santo che la salvò: Efisio.

Doveva essere stata davvero tremenda la peste del 1652. E ancor più la gioia quando la grande epidemia passò: questa, e solo questa, la giustificazione del voto perpetuo, quello che il Comune di Cagliari, grato della intercessione di Sant'Efisio, aveva elevato dagli altari cittadini. Elevato a Dio, naturalmente, con quale venne presa la grande promessa, obbligante, come si dice nei termini tecnici della Chiesa Cattolica. E la promessa finì con l'essere così intimamente connaturata con la popolazione che, davvero, in tutti questi anni, più di trecento, sempre, anche durante le difficoltà, vi sono state guerre e carestie, e briganti, e pirati e saraceni, la gente di Cagliari si è messa in marcia per rendere gloria a quel Santo venuto da lontano, dalla Cappadocia, che aveva aiutato i poveri malati a venire fuori da una prova così estrema.

Insomma voto perpetuo, per sempre, un impegno che non ammette deroghe. Mai. Ed ogni anno, prima dell'inizio della Processione della Festa di Sant'Efisio, bisogna portare in Comune, è ormai solo un aspetto folcloristico, la "dichiarazione" dell'avvenuto "Scioglimento". Beninteso questo compito non è per niente un peso per gli abitanti di Cagliari, che vi si allenano da sempre, e da sempre guardano alle istituzioni con grande rispetto come la Arciconfraternita.

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