Sant'Efisio tra i migranti

L'edizione 2015 della Festa di Sant'Efisio si è aperta con una dedica ai migranti. Come lo era stato Efisio, approdato in Sardegna da Elia di Antiochia

Niente è sembrato più apprezzabile della dedica, nella festa di quest’anno in onore di sant'Efisio a Cagliari, ai migranti, ai tanti che perdono la vita lungo le impervie rotte del Mediterraneo, che provengono dall'Africa, dall'Asia. Rotte che anche Efisio, ufficiale dell'esercito imperiale romano al tempo di Diocleziano, bene conosceva: lui veniva dall'Asia Minore, dalla Turchia, tanto per capirci, e si è spinto sino in Sardegna. A ben vedere i "legni" di duemila anni fa, non dovevano essere molto più sicuri di quelli con cui attraversano il mare i giovani migranti del Sud del Mondo. Il legame che unisce migranti ed il Santo è stato esaltato in maniera molto suggestiva e commovente: l'attraversare il Mare Mediterraneo in momenti di particolare difficoltà sarà sempre un elemento caratteristico importante.

Bene, allora, l'idea del sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, il quale aveva deciso di dedicare "questa festa religiosa del Mediterraneo alle innocenti vittime del naufragio nel Canale di Sicilia" prima della partenza del Simulacro per la volta di Pula e di Nora. E non si esclude che forme di ricordo, di pensiero e di rimembranza, non saranno svolte in ogni edizioni, magari soltanto durante la parte religiosa della Festa, almeno, come è accaduto quest'anno, sul sagrato della chiesa di Bonaria. E chissà quanti migranti, una volta compreso il ruolo del Santo nella loro nuova terra, che era morto per la fedeltà al suo credo, non possano partecipare alla processione con quelli che sono i loro segni caratteristici.

Intanto prende via l'organizzazione della prossima processione dello Scioglimento: la prima data "interessata" è quella del quindici di gennaio prossimo, che è la ricorrenza del martirio del Santo. Il quartiere di Stampace sarà il luogo della processione che vede tradizionalmente la presenza dell'arcivescovo della diocesi e di moltissimi fedeli cagliaritani. È una manifestazione prettamente religiosa dove non si lasciano al folclore che elementi marginali: è il momento del ricordo di uno che salvò i cagliaritani e che proveniva, come tanti adesso, da lontano. Dall'Asia.

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