"Il voto è stato sciolto": l'ha dichiarato il Terzo Guardiano all'Alter Nos, colui che "certifica" la reale volontà di mantenere un impegno preso trecentosessanta anni fa dalla Municipalità di Cagliari. Era quasi mezzanotte, venti minuti prima, per la precisione, come da tradizione, quando il Simulacro, seguito da una grande folla colorata, ma anche stanca, è rientrato nella sua casa, a Stampace, nella chiesa che l'ospita per tutto un anno.

Che festa, però; sempre eguale, sempre bella: il ritorno a Stampace è stato grandemente intimistico, con gli applausi che avevano un fragore diverso da quelli del Primo Maggio, giorno della partenza, coi canti, che erano calati di tono, coi gruppi, quasi tutti cagliaritani, a dimostrare la "proprietà" della festa, coi Cavalieri del Campidano, coi Miliziani, i protettori del Simulacro; coi rappresentanti dell'Arciconfraternita, rigorosamente a piedi, con atteggiamento penitenziale, come le loro vesti, con vicino le donne, vestite di nero, coi fazzoletti bianchi, il segno del lutto, il segno della morte e del sacrificio di Efisio per la fede cristiana ma anche per Cagliari e per la Sardegna.