Sono previsti almeno tremila
figuranti della prossima edizione della Processione per lo scioglimento del
voto di Sant’Efisio, che si consumerà nei primi giorni del maggio, di ogni
maggio. Numeri importanti, che la dicono lunga sulla partecipazione di tutto un
popolo ad una manifestazione religiosa ma che ha anche importanti connotazioni
popolari, senza eguali nell’intero bacino mediterraneo. I fedeli, è vero, ma
poi le “tracas”, antichi carri trainati da imponenti buoi, addobbati con i
prodotti dell’agricoltura della Sardegna. E poi ancora, sono previsti almeno
duecento cavalieri "campidanesi", con l’onore di fare gli apripista;
e poi la scorta armata di sant’Efisio, con 56 uomini in giacca rossa. Sono
tanti gli obiettivi della Festa, che è, non va mai dimenticato, la festa della
Sardegna, alla quale tutti cercano di partecipare: intanto, quello di entrare
in maniera stabile nell’elenco dei beni immateriali dell’Unesco, quale
espressione di fede di una fede importante, duratura nei secoli. E poi una
sorta di Compostela, una “certificazione” come quella del Camino di Santiago,
appunto, dove è possibile fare il percorso del Santo anche in maniera
individuale, ma portando comunque a compimento il devozionale di quattro
giorni. Ambizioni inarrivabili? Mica tanto! C’è già chi si mette per strada
lungo l’itinerario, che va dalla chiesa di cagliaritana di Stampace, la sede
della statua del Santo, sino a Pula, il luogo dove tradizionalmente, ha subito
il martirio Efisio, allora ufficiale romano. Insomma, la processione come
elemento di caratterizzazione di un turismo itinerante che sembra essere sempre
più importante per i giovani della nuova Europa.
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