Il pane carasau entra nello Zingarelli

Il vocabolario della lingua italiana 'Zingarelli' ha riconosciuto il termine 'carasau' come un vocabolo di portata nazionale e internazionale

Il pane carasau entra nello Zingarelli

Il vocabolario Zingarelli; è lì in quelle pagine che un sostantivo diventa “nazionale” che supera i dialetti regionali, gli slangs; è lì che ottiene la piena consacrazione. E la presentazione dell’ultima edizione ha visto l’ingresso in pompa magna della parola “carasau” riferita al pane regionale sardo che ha delle peculiarità importanti e riconosciute. Orma si potrà dire: “E’ scritto nel vocabolario” e quindi verrà associato alla lingua italiana.

Il "carasau" nel vocabolario della lingua italiana

Il “vocabolo” è stato presentato, insieme allo Zingarelli, al Liceo Classico “Dettori” di Cagliari ed è tata letta la definizione ufficiale, quella che l’accompagnerà per il prossimo futuro: “Tipo di pane sardo a forma di disco molto sottile e croccante, adatto a essere conservato a lungo. Provenienza dal sardo “carasare”, cioè tostare, perché dopo la cottura si ripassa nel forno”. 

A parlarne, è stato solo qualche giorno fa, il linguista e critico letterario dell'Università di Cagliari, Massimo Arcangeli, e la sociolinguista e traduttrice letteraria dell'Università di Firenze, Vera Gheno. Strano che i termini derivati dalla “limba”, insomma dalla lingua sarda, siano molto pochi e riferiti esclusivamente a prodotti culinari, come “guttiaiu”, che del carasau è una sorta di “derivato”, ed anche “malloreddus”, i tipici gnocchetti sardi.

Ma ciò, a ben vedere, non sorprende più di tanto in quanto le specialità culinarie regionali sono spesso d’uso quotidiano nel momento in cui la loro diffusione si “allarga” all'intero territorio nazionale. In ciò l’esempio più calzante è il termine “panettone” che dal milanese è diventato un vocabolo che ha avuto l’onore di entrare nello Zingarelli. Come il “carasau”.



Commenta l'articolo (0)

Per commentare l'articolo devi effettuare l'accesso