Sant'Efisio e i suoi due cocchi

Specialissimi mezzi di trasporto, sui quali il simulacro del Santo compie l'intera processione dello scioglimento.

È il mezzo di trasporto della statua di Sant'Efisio, il Cocchio. Non uno ma ben due, uno per ogni zona, per ogni occasione. La prima "divisione" viene fatta tra "cocchio di città" e "cocchio di campagna". Una storia lunga. Con ordine, allora. Il cocchio non è solo il mezzo di trasporto ma anche il posto dove deporre gli ex voto oppure i fiori, che così, dopo il viaggio sono doppiamente benedetti e beneauguranti, quindi riveste un ruolo molto importante tra i fedeli durante la Festa di Sant'Efisio.

La festa dello scioglimento del voto è così codificata da secoli di svolgimento, che anche intorno al cocchio si sviluppa un rituale assolutamente popolare. Intanto sono solo due quelli che ne hanno le chiavi, coloro che vi possono salire: sono i "collaterali", che durano in carica per un mese, quello delle festa. Il loro compito, s'è detto, consiste, nell'estrarre il simulacro per portarlo nelle chiese dove sosterà. Sempre loro è il compito di farlo risalire sul Cocchio nel momento delle ripartenze.
Entrano in carica durante la messa dell'intronazione, quando sollevano il simulacro e lo portano fuori, nel cocchio, tra incenso e la intonazione dei "goccius", che sono antichi canti spagnoli, per esaltare le particolarità del Santo al quale si richiede anche la protezione contro le sventure. I collaterali poi chiudono il Cocchio che è così pronto per la partenza.

Il Cocchio di gala, molto bello, barocco, realizzato da artigiani toscani, con legno dorato, entra direttamente in chiesa, nella navata centrale, il mattino del venticinque aprile. Non è che deve fare molta strada: il suo deposito è una stanza accanto alla chiesa stessa. Vi resterà, salvo il tempo della processione, sino al 25 maggio. Il simulacro di Sant'Efisio viene sistemato sul suo cocchio, che contiene anche un piccolo reliquiario del Santo, il primo maggio, per avviarsi verso la chiesa di Stampace, nel quartiere di Giorgino, dove cambierà il vestito. Ed anche il Cocchio, che diventa quello di campagna, custodito, per tradizione dalla famiglia Ballero. È più robusto perché deve affrontare un lungo percorso attraversando la Maddalena, su Loi, Villa d'Orri, Sarroch, Villa San Pietro, Pula e Nora e ritorno fino a Giorgino dove la processione termina. A quel punto il simulacro viene nuovamente posto all'interno del cocchio di città per poi rientrare, di notte, nella chiesa di Stampace. L'ultima annotazione è che i cocchi sono entrambi trainati da possenti buoi.

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