Essere miliziano è affare di cuore

Lo sfilare vicino alla statua di sant'Efisio è un privilegio. Qualche famiglia ha avuto propri componenti per secoli a fianco del Santo durante lo scioglimento del voto della Festa di Sant'Efisio di Cagliari.

Essere miliziani della processione di sant'Efisio era, ed è, un vero onore: l'appartenenza a questo corpo è anche tramandata da generazioni e l'accesso è fatto per cooptazione, insomma, per vestire la bellissima divisa del "miliziano", deve esserne degno. Certo, capire da dove vengano i "miliziani" non è facile, una storia antichissima, che si allunga nella notte dei secoli, quando la Sardegna doveva fare da sé per quel che riguardava la difesa del territorio. Erano militari, in qualche modo, anche se "irregolari", perché in Sardegna non v'erano eserciti schierati. Vi arrivavano, e spesso, però, i pirati, gli arabi: tutti gli abitanti maschi dell'Isola erano così obbligati ad arruolarsi nella Milizia, che aveva anche lo scopo di "tenere" l'ordine pubblico. Non è più chiaro come si sia venuto a comporre lo splendido costume che viene indossato oggi, che parla della storia pur nella sua semplicità. E deve essere semplice, perché i miliziani montano a cavallo con maestria. E allora, "barrita" rossa, come il corpetto ma con bottoni d'oro e asole bordate di nero, gonnellino, calzoni e gambali. E sulla destra l'archibugio. A loro tocca, in maniera simbolica e figurativa, scortare il Cocchio durante il pellegrinaggio sino a Nora. E scortare significa proteggere il simulacro sia dai pirati, che per fortuna non sembrano essere più arrivati, ma anche dai pellegrini stessi, spesso travolti dall'entusiasmo di partecipare allo scioglimento del voto. Il loro posto nella processione viene immediatamente dietro ai Cavalieri del Campidano.

Sbaglia chi pensa che i ruoli, le figure, che si vedono nella processione e festa in onore di Sant'Efisio siano accolti con superficialità da coloro che sono "arruolati": per dodici mesi si preparano alla processione, per dodici mesi si allenano a sfilare in parata come i Miliziani, con particolari evoluzioni a cavallo; da secoli, in molti casi, tengono in cura il proprio costume, che era stato magari del nonno del nonno, e chissà quanto indietro.

Il giorno della festa non si dorme mai: i cavalieri passano la notte vicini ai loro cavalli, pronti appena mattina, a bardarli e salirvi sopra per l'avvicinamento al simulacro del Santo che li aspetta sul lussureggiante cocchio. È la vita, bella, del Miliziano, anche lui, come tutti i figuranti in bilico tra fede sincera, momento folcloristico e passione per la propria Isola e le proprie tradizioni.


Nella foto: la sfilata dei Miliziani durante una passata edizione della Festa e Processione di Sant'Efisio. Da www.comune.cagliari.it.

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