Le bombarde francesi e il Santo di Sardegna

Il "Giro delle Sette Chiese" che ogni anno compie la statua di Sant'Efisio nel Giovedì e Lunedì di Pasqua vuole ricordare l'assedio da parte dei Francesi a Cagliari nel Gennaio del 1793: sventato anche grazie alle invocazioni dei cagliaritani rivolte al Santo.

E se il pellegrinaggio a Pula e Nora si svolge sull'onda della devozione della città e dell'isola per sant'Efisio, la processione votiva che il simulacro del Santo compie il Lunedì dell'Angelo vuole ricordare l'"aiuto" dato alla guarnigione cagliaritana durante l'assedio e i bombardamenti del 1793, di gennaio e febbraio. La squadra navale francese credeva di occupare, in quell'anno, con poco sforzo la capitale dell'Isola ma non aveva fatto i conti con la capacità degli artiglieri che difendevano la piazzaforte, la compostezza dei cagliaritani e soprattutto con sant'Efisio.

Nel momento più duro del fatto d'arme, i cittadini invocarono il Santo la cui statua venne portata in processione dall'arcivescovo sino al molo, che porta il suo nome: quasi contemporaneamente s'alzò un vento da sud, qualcuno dice lo scirocco altri il libeccio. Fatto sta che la visibilità calò improvvisamente mentre iniziò una burrasca che cresceva e calava in maniera improvvisa. La flotta francese fu presa alla sprovvista e molte navi vennero disalberate e la più bellicosa, la Leopard, finì addirittura in una secca e prese fuoco. E così terminò l'assedio mentre la devozione a sant’Efisio crebbe ancora di più.

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