Era il 1943…

La devozione dei cagliaritani, e della Sardegna intera, per Sant'Efisio non conosce ostacoli e limiti. Come avvenne nel 1943, quando la Festa e la Processione vennero effettuate in una Cagliari bombardata.

Sembrano siano passati secoli: a metà dell'alto secolo, nel 1943, Cagliari era una città in guerra, bombardata e lacerata. All'arrivo del maggio però un gruppo di devoti rialzò la testa, mise da parte la paura per i bombardamenti, Cagliari era una piazza importante e così era "trattata" dalle Fortezze volanti americane, e chiese di poter effettuare lo stesso il pellegrinaggio per lo scioglimento del voto. La prima risposta fu negativa per evitare di mettere a repentaglio la sicurezza. Ma la tenacia della gente, dei fedeli ebbe la meglio. La Prefettura, dopo qualche tentennamento, aderì alla richiesta, pur con limitazioni rispetto agli assembramenti, che potevano essere visti dall'alto. Alla fine però rilasciò l'autorizzazione. 

Senza carri ma su un piccolo camioncino. Ecco che le cronache dicono che fosse stato della "ditta Giannetto Gorini, mentre il confratello Gigetto Boi e il cav. Mario Atzori si adoperarono a Villa San Pietro, Pula e Nora".

Lo scioglimento del voto ci fu ma anche lo scioglimento di lacrime, in quanto il corteo dei devoti dovette farsi largo tra le macerie delle case bombardate e segnate da momenti di grande dolore. Non fu la processione più gioiosa ma di sicuro tra quelle più intense e partecipate.


Nella foto: la Festa e Processione di Sant'Efisio a Cagliari nel 1943. Da sardegnaeventi24.it.

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