Sant'Efisio e i Templari

Sant'Efisio e i Templari: secondo alcuni, tornando dal Tempio di Gerusalemme fecero tappa in Sardegna. I segni nella chiesa del Santo a Stampace (Cagliari).

La fede, la storia, la leggenda: tutto si mischia quando si parla di sant'Efisio, del santo della Sardegna, tutto diventa fluido, con le radici che si perdono nella notte dei tempi. Si ricorda con certezza della sua nascita, in Asia Minore, quella che oggi è la Turchia, ma che all'epoca era una provincia imperiale romana, romana di lingua e tradizione. L'ufficiale brillante Efisio aveva un compito terribile: mettere a morte i cristiani di Cagliari e dintorni per riportare in auge il politeismo di Diocleziano.

Ma lui era già intimamente convinto di non poterlo fare, di non doverlo fare: a spingerlo, secondo la tradizione, è stata anche l'apparizione di una croce nella notte, un segno inequivocabile del volere celeste. E così disubbidisce, si disfà della sua carriera prima di morire, condannato dallo stesso Imperatore. Insomma la sua non è stata una presenza fugace, rappresentando ormai la fedeltà e l'attaccamento alla sua nuova terra, alla sua nuova fede. E se qualche dettaglio della sua vita magari è sfuggito o non è stato interpretato benissimo, la fede profonda tira avanti, spiana la sua strada alla devozione, al ricordo.

Qualcuno ha anche accostato i Templari a sant'Efisio, sostenendo che la tradizione del santo dolce e guerriero, partisse da loro, nel tempo in cui abbandonando il Tempio di Gerusalemme fecero tappa in Sardegna nella rotta verso Narbonne, verso la Francia, verso Carcassonne: per chi segue questa "pista" vi sono segni importanti nella chiesa di Sant'Efisio a Stampace, quartiere di Cagliari. Chissà...

Tutto questo non cambia la vera storia popolare, quella fatta di un attaccamento ad una figura storico-religiosa che ha pochi precedenti e che anche oggi, nel Terzo Millennio, sembra inattaccabile. La Festa di Sant'Efisio è, non a caso, quella più importante dell'intera Sardegna: il "tributo" dei Comuni, della città, dei cavalieri al Santo è davvero indescrivibile: vedere per credere.

Commenta l'articolo (0)

Per commentare l'articolo devi effettuare l'accesso