Un Santo ed un record

La Processione di Sant'Efisio nella provincia di Cagliari è la più lunga d'Italia e del Mediterraneo. Nonché una delle più antiche.

Un record l'ha conquistato di sicuro: la lunghezza. La processione del Simulacro di Sant'Efisio, che ricorda vicende di peste e di salvezza di una intera città, è la più lunga d'Italia e del Mediterraneo. Ed anche per quel che riguarda la durata è senza dubbio tra le più antiche, senza periodi di interruzione, nemmeno quando la guerra aveva devastato Cagliari. I sessantacinque chilometri percorsi in quattro giorni, la fanno di sicuro quella più partecipata perché quello sforzo si può sostenere solo con la fede ed il piacere di essere presenti ad un evento comunque importante. Però il mondo cristiano conosce grandi manifestazioni di fede popolari, come quella di sant'Antonio a Padova dove di chilometri ne fanno trentotto. Tanto per toccare le origini spagnole di questa forma di culto, va ricordato che anche a Siviglia, nel periodo della Settimana Santa, non scherzano in quanto a processioni: la statua seicentesca della Madonna della Macarena esce dalla sua chiesa a mezzanotte e vi rientra solo dopo tredici ore, dopo aver attraversato la città, con al seguito migliaia di fedeli salmodianti ed incappucciati. Nessuno come il Simulacro di Sant'Efisio, però.

Insomma la Processione è davvero un evento eccezionale: per questo, ma non solo, sono state avviate tutte le pratiche perché venga inserito tra i beni immateriali dell'Umanità da preservare sotto la tutela dell'Unesco. Tutti gli elementi della processione sono diventati, man mano, storici, importanti, come il cocchio o come il crocefisso che lo precede, che è del Millesettecento, senza parlare dei costumi che si "invecchiano" man mano, diventando sempre più preziosi.

La "s’arramadura", il tappeto di petali di rosa su cui transita il cocchio ancora nell'abitato di Cagliari, è un altro dei segni della devozione: trovare così tanti petali è cosa di particolare difficoltà, che impegna l'organizzazione per molti giorni, sia nel reperire le rose, poi "disfarle", petalo per petalo, senza rovinarle ed infine, stenderle nel momento giusto, qualche ora prima dell'arrivo del Santo impersonato dal Simulacro.

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