L'Alter Nos: rappresentante della tradizione religiosa e civile

Una serie di cerimonie fanno scivolare Cagliari ai tempi del Viceré, ai tempi della Spagna, quando lo scioglimento del voto ebbe inizio. Ed ancora oggi la giornata dell'Alter Nos inizia all'alba nel giorno della Festa di Sant'Efisio fino a scortare, in prima fila e per tutta la durata, la statua del Santo durante la Processione.

Un figura "doppia" nella Festa, che rappresenta il potere civile e quello religioso: è l’Alter Nos, componente primario della grande festa e processione di Sant'Efisio. Una volta era il rappresentante del Monarca di Spagna, il Viceré, "l'Altro noi". Parole semplici, per una funzione semplice: quella di rappresentare il popolo e le istituzioni in una rappresentazione dagli alti valori popolari e simbolici. Oggi, non a caso, l'Alter Nos è un rappresentante del Comune di Cagliari, designato dal Sindaco. Ora come allora, l'Alter Nos trova il tempo di rivolgersi, nello svolgimento delle sue funzioni durante la Festa di Sant'Efisio, alle persone povere, con problemi, a chi ha bisogno, discretamente, per evitare speculazioni. A loro fa sentire la vicinanza delle istituzioni e del Santo, che avevano implorato per essere tirati fuori dalle ambasce. Un rito anche la investitura, fatta esclusivamente dal Sindaco di Cagliari: una volta indicato, l'Alter Nos deve rendersi autonomo, saper cavalcare il cavallo che gli viene assegnato, predisporre il frac, è elegantissimo, da confezionarsi su misura. Un mese di tempo per farsi conoscere dai membri dell'Arciconfraternita, che lo accompagneranno nella lunga processione.

Semplice ed intuitivo il suo coinvolgimento: la mattina del primo Maggio, il giorno della processione, i Mazzieri si radunano all'alba, sotto la sua abitazione per accompagnarlo in Comune, dal Sindaco, il quale procede all'investitura ufficiale di fronte alla Guardiania. Davanti a lui le classi sociali della città, le personalità, i militari. Al collo, dell'Alter Nos viene messo il "Toson d’oro", un gioiello antichissimo, il simbolo dei cagliaritani e del territorio della fedeltà alla monarchia spagnola. A loro l'aveva donato Carlo Secondo nel Seicento, preferendoli a sassaresi, che l'agognavano. Ma la mattinata dell'Alter Nos non è ancora finita: alla undici nella chiesa di sant'Efisio, deve assistere alla messa cantata, in latino, e prima dell'Offertorio, vedersi consacrato per la funzione che l’aspetta. All'uscita è formalmente la persona più importante dell’intera manifestazione, e seguirà il cocchio che trasporta il simulacro del Santo in tutto il pellegrinaggio dello scioglimento del voto. Le sue funzioni terminano il quattro maggio, al ritorno da Nora, nella stessa chiesa di sant'Efisio.


Nella foto: Alter Nos di una precedente edizione della Festa e Processione di Sant'Efisio (Cagliari, Sardegna). Da www.sardegna-visuale.it.

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