Una corona d'oro e l'altra d'argento

Sono due le corone della statua che partecipa alla Processione di Sant'Efisio, la prima d'oro e da Stampace a Giorgino; la seconda d'argento e arriva fino a Nora (Pula, Costa Sud Sardegna), da dove poi tornerà alla chiesa del villaggio dei pescatori di Cagliari.

La corona è diventata d'argento alla prima occasione, quando la Processione, con il simulacro che rappresentata il Santo-guerriero, è arrivata nella chiesetta di Giorgino, il quartiere di pescatori di Cagliari. È lì che rimane la corona d'oro con la quale era partito solennemente e che era stata "regalata" al Santo per la trecentesima edizione della Festa da un artista del calibro di Giovanni Carta. È l'idea stessa della processione che in partenza vuole mettere la veste più bella alla statua, che è grande nella considerazione ma abbastanza piccola come dimensione, vestita da romano coi baffetti spagnoli.

La processione che parte alla grande ma che presto si lascia dietro tanta gente. E anche l'oro e gli abiti più sontuosi: non se ne hanno a male coloro che seguono la lunga teoria guidata dai buoi per diversi giorni, perché sono quelli spinti dalla fede, dalla possibilità di farsi sentire più da vicino dal Santo per qualche supplica particolare.

Perché la processione si divide davvero in due fasi, quella del centro di Cagliari, fastosa e popolare che prende anche un'aria di rievocazione folcloristica, e l'altra, sino al luogo del martirio, faticosa ma intima e appagante: chi va dietro alla processione sino a Nora rifugge, quasi sempre, dalle tante occasioni che in quei giorni di festa vengono apparecchiati lungo il percorso. L’obiettivo è stare insieme al Santo, parlare con lui e chiedere grazie. Da oltre tre secoli e mezzo è così.


Nella foto: la cupola della chiesa di Sant'Efisio di Giorgino (Cagliari, Costa Sud Sardegna), luogo dove avviene lo scambio tra la corona d'oro e quella d'argento della statua di Sant'Efisio martire.

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