Le traccas? Vere case mobili!

Le traccas, oltre ad essere un meraviglioso esempio di folklore tipico sardo e a trasportare la statua di Sant'Efisio, erano delle vere e proprie case mobili, simili alle moderne roulotte.

E sì, ci si dorme anche nelle notti di processione: la loro è una funzione che ricorda da vicino le roulotte di questo tempo, anche perché le traccas, i carri, in sostanza, servivano e servono anche per trasportare, nello specifico, il simulacro del Santo. Proprio delle roulotte, allora, perché nelle traccas, all'interno della copertura di solito abbellita da una cascata di fiori sgargianti, c'era la grande panca con i vestiti da parata. A cassetta si andava con i vestiti di fatica ma, appena in vista di qualche paese, di qualche gruppo di fedeli, gli "attori" dello Scioglimento, salivano in fretta per mettersi in ghingheri, come si confà a chi trasporta così tanta personalità. Vestiti, ma anche una riserva d'acqua perché solo chi c'è stato alla processione anni addietro, può sapere quello che significava avere sete: i contenitori si chiamano furriottus.

La traccas è completa così? Manco per idea! Vi si caricava anche da mangiare, come i salami ed altri insaccati, i formaggi e il moddizzosu, che è il pane tipico del sud della Sardegna. E poi il grande pentolone di rame, il caddaxiu, che serviva per cuocere. Non poteva mancare il rispetto verso gli animali e per questo veniva caricata l'acqua potabile per loro.

La storia, e la tradizione, specifica ancora molte altre cose sulle traccas, che se sono chiusi vengono chiamati "lossia serrada", come quelle che vanno in Processione, o "lossia aperta" se sono scoperti, esemplari che vengono sempre meno costruiti.


Nella foto: traccas di Dolianova (Cagliari, Sardegna) in una precedente edizione della Processione della Festa di Sant'Efisio. Da comune.cagliari.it.

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