Una statua? Meglio tre!

Sono ben 3 le statue di Sant'Efisio. Create in periodi differenti e custodite all'interno della chiesa omonima nel quartiere Stampace di Cagliari.

Fede e tradizione continuano ad intrecciarsi quando si parla di santi venerati come è Sant’Efisio in Sardegna, che di statue che lo rappresentano ne ha addirittura tre, tutte custodite nella chiesa di Stampace, all'interno del Comune di Cagliari. La più antica, quella che ha un maggior valore artistico, è quella, inopinatamente, "sbagliata". Proprio così, quell'opera del Millecinquecento di buona fattura, si chiama "Sant'Efis sballiau", letteralmente "sbagliato", perché la croce, simbolo della Cristianità, era stata impressa nella mano sinistra anziché quella destra. Chissà perché, in quanto sembra improbabile che l'artigiano che l'ha costruita abbia computo un errore così marchiano: tutti sanno della particolarità del segno. Nel Seicento si riparò all'errore, con la realizzazione della seconda statua di Sant'Efisio: essa viene portata in processione, fino a Nora, sui luoghi del martirio ed è diventata per così dire, quella "ufficiale".

La terza statua è attribuita a Giuseppe Antonio Lonis, e viene conservata nella nicchia presente in "Sa Coccera", che altro non è se non la stanza in cui viene "rimesso" nei periodi tra le processioni, il cocchio dorato che trasporterà il Simulacro di Sant'Efisio. Anche la terza statua ha una sua funzione perché è proprio questa che il Giovedì Santo, vestita a lutto, fa il "Giro delle Sette Chiese" mentre il Lunedì dell'Angelo viene portata in processione sino in Cattedrale. Fa anche le "veci" della statua principale quando quest'ultima si avvia verso Nora, ultima tappa del cammino di Sant'Efisio: è quello il momento in cui viene portata al centro della chiesa e che riceve tutti gli onori dei fedeli. Ovviamente a Nora il simulacro entra direttamente nella chiesa che porta il nome del Santo, una piccola costruzione a tre navate che venne restaurata nel 1656 da Don Alfonso Gualbus, marchese di Palmas, come voto per essere scampato all'epidemia di peste dopo aver invocato la protezione del Santo.

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